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Roma e il Tevere

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Dalla metà del Cinquecento le facciate architettoniche verso il fiume nell’area di campo Marzio appaiono rinnovate da una nuova facies architettonica in sintonia con i cambiamenti sociali in atto. Giardini ed orti caratterizzeranno d’ora in poi il fronte dei complessi signorili verso il Tevere: i Sacchetti, con il palazzo progettato da Antonio da Sangallo il Giovane, i Farnese, con l’immensa mole edilizia che investe e trasforma radicalmente il tessuto medievale preesistente nei pressi di Campo de’ Fiori, i Salviati, in via della Lungara, Agostino Chigi con la Villa Farnesina progettata da Peruzzi, gli Altoviti con una loggia a sbalzo sul fiume, e molti altri. 

Dal Seicento il bacino del Tevere diventa palcoscenico per lo svolgimento di spettacoli pirotecnici e occasione di festa: il 16 agosto si festeggia San Rocco, il 25 agosto San Bartolomeo e il 29 agosto San Giovanni decollato con regate sul fiume e gare di nuoto.

La celebrazione più importante - che viene ricordata ancora oggi - si svolgeva il 29 giugno in onore dei protettori di Roma San Pietro e San Paolo. Per diversi giorni giochi pirotecnici incendiavano Castel Sant’Angelo con grande sfoggio di macchine da fuoco dei grandiosi effetti scenici.

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La Girandola di Castel Sant'Angelo

1692 Giovanni Battista Falda

MET MUSEUM (NY)

Le importanti trasformazioni urbane nel corso del Seicento coinvolsero inevitabilmente anche gli scali di Roma. Il porto di Ripetta mostrava una natura precaria e necessitava di interventi per migliorare lo svolgimento delle attività portuali. Fu selezionato il progetto di Alessandro Specchi che realizzò una magnifica messa in scena, dando vita ad una scalinata urbana che scendeva dolcemente verso il fiume, accogliendo al suo interno una terrazza belvedere completata da una fontana allusiva al pontefice Clemente XI Albani. L’opera verrà inaugurata nel 1704 ma conclusa solamente due anni più tardi. 

Parallelamente lo scalo sud, il porto di Ripa Grande, vedrà la costruzione del complesso di San Michele. Qui l’area portuale, che si sviluppava su due quote diverse venne completata dal fronte monumentale dell’Ospizio di San Michele e del Conservatorio dei Fanciulli. Nel 1791 Carlo Fontana, responsabile della prosecuzione della fabbrica, avviò i lavori per la costruzione del Carcere Minorile. Nelle immediate vicinanze della Porta Portese Papa Clemente XI fece edificare l’arsenale pontificio per la costruzione e riparazione di imbarcazioni di media grandezza. Il complesso portuale sarà completato nel 1810 con la realizzazione di un faro.

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Porto del Ripetto

1736 Gaspard Van Wittel

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Porto di Ripa Grande

1713 Gaspard Van Wittel

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Dalla metà del Settecento i margini del fiume si popolarono di teatri: il fronte urbano del Tevere registra ancora una volta, con estrema precisione, i cambiamenti epocali della società, rispecchiando il modificarsi degli stili di vita. I margini del Tevere sono stati da sempre palcoscenico di momenti ludici al punto che alla fine del Settecento le rive di Ripetta videro l’istallazione delle prime cabine per bagni pubblici nel fiume. In questa molteplicità di attività produttive, edilizie e  ludiche, ospitate dal bacino del Tevere fino alla seconda metà del Settecento, i collegamenti tra le rive erano garantiti da cinque ponti in funzione e da traghetti che trasportavano merci e persone. Con l’occupazione napoleonica del 1798 giunsero fondi straordinari per opere pubbliche e di bonifica del fiume il cui principale incaricato fu Giuseppe Valadier.

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Veduta di Roma

1765 Giuseppe Vasi

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Piazza antistante il Teatro Apollo

1849 Andrea Busiri Vici

Reintegrato il potere papale a Roma verso il 1830 Leone XII promosse la sistemazione del porto Leonino: uno scalo a servizio dell’area vaticana come punto di arrivo del traghetto di attraversamento di San Giovanni de’ fiorentini. Il porto, prospiciente la chiesa, era costituito da un alto muraglione e da una doppia rampa di scale a tenaglia che scendevano formando una terrazza belvedere verso il fiume. Questa terrazza però perderà presto la sua funzione diventando la piattaforma di partenza del nuovo ponte di ferro posto a collegare la riva destra con la Chiesa dei fiorentini.

Sotto Pio IX infatti, fu prevista la realizzazione dal 1847 di numerose passerelle metalliche di collegamento tra le sponde, di cui quella dei Fiorentini presentava la struttura di maggior novità dal punto di vista tecnico. Con i ponti di ferro sul Tevere - oggi perlopiù scomparsi - si chiude una storia millenaria di stratificazioni su un palinsesto naturale e architettonico di inconfondibile ricchezza che per oltre duemila anni aveva caratterizzato il volto sempre mutevole di Roma.

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Veduta dal Porto Leonino

Foto tratta da rerumromanarum.com

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Il nuovo Ponte dei Fiornetini

Foto tratta da trastevereapp.com

BIBLIOGRAFIA

CIUCCI GIORGIO, FRATICELLI VANNA., 1984, Architettura e Urbanistica. Uso e trasformazione della città storica. Roma Capitale: 1870 - 1911, Marsilio EDITORI, Venezia

D’ONOFRIO CESARE, 1980, Il Tevere: l'Isola Tiberina, le inondazioni, i molini, i porti, le rive, i muraglioni, i ponti di Roma, ROMANA SOCIETÀ EDITRICE, ROMA

FROMMEL, CHRISTOPH LUITPOLD, 2009, Palazzo Alberini a Roma, Fondazione Armellini, 2009

PIETRANGELI CARLO, 1979, Guide rionali di Roma. Ponte parte I, FRATELLI PALOMBI EDITORI, ROMA

PIETRANGELI CARLO, 1979, Guide rionali di Roma. Ponte parte III, FRATELLI PALOMBI EDITORI, ROMA

SEGARRA LAGUNES MARIA MARGHERITA, 2004, Il Tevere: storia di una simbiosi, GANGEMI EDITORE

 

A cura di Vittoria Castiglione

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