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Rione Ponte

Tempo di lettura: 3 minuti

Il quartiere dei Banchi fonda le sue radici nella Roma antica e, dopo una fase di decadenza in età medievale, acquistò nuovo splendore nel primo Cinquecento grazie all’interesse di uomini quali Giulio Alberini e Raffaello Sanzio, che ne riconobbero i valori.

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LE ORIGINI

 

L’area era anticamente attraversata dalla Via Recta, di cui Vicolo del Curato, Via dei Coronari e Via delle Coppelle sono segmenti che tutt’oggi permangono. Questo asse partendo dal Ponte Neroniano, intersecava la Porticus Maximae (oggi Via del Banco di S. Spirito), per giungere alla Via Lata (Via del Corso). La Porticus Maximae nel tardo Medioevo - allora chiamata Canale di Ponte poiché si riempiva di acqua in occasione delle inondazioni del Tevere - venne prolungata verso sud in Via dei Banchi Nuovi, Via dei Banchi Vecchi (Via Mercatoria) e Via del Pellegrino.

 

IL RINNOVO DI NICCOLÒ V

 

Niccolò V (11447-1455) avviò la campagna di risanamento più intensa grazie ai fondi che giungevano per l’Anno Santo (1450). Consigliato da Leon Battista Alberti che dal 1444 era a Roma, avviò nel 1451 una campagna di ricognizione delle chiese da restaurare ed introdusse misure per il miglioramento della viabilità, dell’igiene e della sicurezza della città: l’esecuzione di tali misure urbanistiche era affidata ai maestri di strada.

Era tornata Roma per l’assenza del Papa come una terra di Vaccai, perché si tenevano le pecore e le vacche dove oggi sono i banchi dei mercanti, e tutti erano in caperone e stivagli, per essere stati trent’anni senza la Corte, e per le guerre avute. Ritornando poi il Pontefice con una bella corte, si rivestirono e rassettarono la maggior parte, e ebbono più reverentia alla Sua Santità che non avevan avuto per lo passato.

Vespasiano da Bisticci (1421-1498) sul papato di Niccolò V

SISTO IV

Nonostante gli sforzi di Niccolò V e dei suoi successori, ancora nel Cinquecento le strade di Roma risultavano strette, tortuose e insalubri: nel 1467 cento abitanti del Rione Ponte - tra i quali Giovanni Bonadies - furono multati per aver gettato sulle strade spazzatura. Tali problematiche erano amplificate dalle frequenti inondazioni del Tevere.

L’antica strada (poi Via Sistina) che collegava Borgo con Piazza del Ponte, Porta Flaminia e Santa Maria del Popolo venne lastricata con mattoni nel tratto compreso tra il Vaticano e Castel Sant’Angelo ed ulteriormente rettificata con l’aggiunta di Via di Tor di Nona.

La bellezza ritrovata del rione incentivò nuove edificazioni (Palazzo Altemps) e grandi ristrutturazioni per le quali il Papa decise di attingere alla scuola romana impegnata nel cantiere da lui avviato di Palazzo Venezia. 

 

Innocenzo VIII (1484 - 1492), consigliato da Giuliano delle Rovere, nominò architetto papale Baccio Pontelli (1449 - 1494). Egli fu incaricato dal 1489 della costruzione del Palazzo della Cancelleria, il più complesso, classicheggiante e perfetto palazzo del Quattrocento che subito divenne modello e prototipo delle successive architetture di Alessandro VI. 

Qui ove scorgi, a desta e a sinistra, tante botteghe,

Qui dove una Roma d’oro mette in mostra le sue ricchezze,

Dove la via ora risplende bellissima per immensa estensione,

V’era, ancor poco tempo fa, un sentiero oppresso dai portici.

Dai portici, ho detto, ma, di baracche e di fango, di rovine…

IL PROGETTO URBANISTICO DI GIULIO II

Il quartiere dei Banchi continuava ad essere il centro del commercio della città, all’ombra di uno dei simboli della grandiosità romana: Castel Sant’Angelo, sul quale Giulio II fece costruire nel 1504 la loggia da Giuliano da Sangallo, che divenne simbolo della sua potenza e presenza sul territorio.

Il progetto urbanistico di Giulio II prevedeva anche la pianificazione del quartiere dei Banchi a partire dalla regolarizzazione di Piazza di Ponte e Via del Banco di Santo Spirito.

La parte orientale della piazza doveva essere dominata dalla nuova chiesa dei SS. Celso e Giuliano, la cui area quadrata divenne guida per il nuovo filo di via del Banco di Santo Spirito, ampliata per conferirle un aspetto più grandioso al pari di Via Alessandrina e Via Giulia. La configurazione della chiesa verrà tuttavia ulteriormente modificata quando Sangallo, sotto Paolo III, optò per l’apertura del tridente per accentuare la simmetria della piazza dal ponte.

BIBLIOGRAFIA

CIUCCI GIORGIO, FRATICELLI VANNA., 1984, Architettura e Urbanistica. Uso e trasformazione della città storica. Roma Capitale: 1870 - 1911, Marsilio EDITORI, Venezia

D’ONOFRIO CESARE, 1980, Il Tevere: l'Isola Tiberina, le inondazioni, i molini, i porti, le rive, i muraglioni, i ponti di Roma, ROMANA SOCIETÀ EDITRICE, ROMA

FROMMEL, CHRISTOPH LUITPOLD, 2009, Palazzo Alberini a Roma, Fondazione Armellini, 2009

PIETRANGELI CARLO, 1979, Guide rionali di Roma. Ponte parte I, FRATELLI PALOMBI EDITORI, ROMA

PIETRANGELI CARLO, 1979, Guide rionali di Roma. Ponte parte III, FRATELLI PALOMBI EDITORI, ROMA

 

A cura di Vittoria Castiglione

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